Dito indice, dito che indica, giudica e dirige.

 

L'indice: dito che indica,

giudica e dirige.

Roberto Bonadonna


L'indice, il più piccolo e agile delle nostre dita, assume un ruolo di primo piano nella comunicazione non verbale, diventando un vero e proprio dito che indica e dirige.

Puntare e sottolineare.

Il gesto più comune con l'indice è quello di puntare per attirare l'attenzione su un oggetto, una persona o un punto specifico. Questo gesto aiuta a focalizzare l'attenzione degli altri e a guidare la loro comprensione.


Enfatizzare e dirigere.

L'indice viene spesso utilizzato anche per enfatizzare un punto importante durante un discorso, sottolineando parole o frasi chiave. Questo gesto rende la comunicazione più dinamica e coinvolgente, aiutando l'oratore a trasmettere il proprio messaggio con maggior efficacia.


Minacciare e ammonire.

In alcuni casi, l'indice può assumere una connotazione negativa, diventando un gesto di minaccia o ammonimento. Puntare il dito verso qualcuno in modo accusatorio può essere un segnale di rabbia, disapprovazione o aggressività.


Indicare la direzione.

L'indice è inoltre utilizzato per indicare la direzione, fornendo indicazioni precise o suggerendo il percorso da seguire. Questo gesto è particolarmente utile in contesti in cui è necessario fornire informazioni spaziali o guidare qualcuno verso una destinazione.


Simboleggiare numeri e lettere.

L'indice assume un ruolo importante anche nella comunicazione non verbale legata alla lingua dei segni, dove viene utilizzato per rappresentare numeri, lettere e parole complete. In questo caso, la combinazione di posizioni e movimenti dell'indice consente di trasmettere un linguaggio complesso e articolato.


Il secondo dito più espressivo.

Da tutti utilizzato, spesso a sproposito, come un bastone di comando.

 

L’indice è il dito del potere.

Lo si espone per impartire ordini, per indicare, sottolineare, ammonire.

Ci sono due modalità di base per comandare: con la mano rivolta verso l’alto o con il palmo girato verso il basso.

Impartire un ordine puntando l’indice, ma tenendo il palmo girato verso l’alto, non è vissuto da chi deve eseguirlo come una  prevaricazione.

Egli non si sente minacciato ed eseguirà volentieri quanto gli è richiesto.


Al contrario, se si ordina con il palmo rivolto verso il basso e magari con le dita serrate, in modo che emerga solo l’indice puntato, la richiesta assume subito un tono più autoritario, anche se sono state pronunciate le stesse parole con lo stesso tono di voce.

 

Si può ricorrere volutamente a questo gesto se è necessario imporre la propria autorità, per dichiarare, anche non verbalmente, che è un ordine da eseguire subito.

Il rischio è che l’altra persona si senta minacciata poiché posta in un ruolo di sudditanza.

L’evenienza è che accetti malvolentieri di eseguire l’ordine o addirittura si rifiuti. 

Chiedere qualcosa puntando il dito è un gesto irritante che non aiuta di certo a creare un rapporto armonioso.


L'indice è un dito versatile e potente nella comunicazione non verbale, con la sua capacità di indicare, enfatizzare, dirigere e persino simboleggiare.

La sua importanza risiede nella sua immediatezza e nella sua capacità di trasmettere messaggi chiari e univoci in diverse situazioni e culture.


Alexander Lowen

Il linguaggio del corpo

La psicoanalisi così com'è praticata si limita a studiare il disturbo emotivo e spesso lascia paziente e analista insoddisfatti: manca l'anello che congiunge turbe emozionali e fisicità.

Lowen ci introduce alle teorie e alle tecniche bioenergetiche e codifica il "linguaggio del corpo".

Nelle posture e nell'atteggiamento che assume in ogni suo gesto, il corpo parla infatti un linguaggio che trascende l'espressione verbale.

L'osservazione delle diverse reazioni corporee e delle emozioni a esse collegate può diventare uno strumento altrettanto valido dei sogni, dei lapsus e della libera associazione.

Non è la mente che va in collera né il corpo che colpisce: è l'individuo nella sua totalità che si esprime.



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